Risotto alla luganega
Il risotto alla luganega, come viene ad essere chiamata la salsiccia nel varesotto, è il tipico piatto dell’ultimo giovedì del mese di gennaio nel quale si festeggia la Giöbia.
Piatto che potrebbe ai più apparire cosa facile e semplice, ma che invece può far sorgere già delle vere e proprie dispute, anche solamente sul modo nel quale scrivere il suo nome: Giubiana, Giouebia, Gioebia o Giöbia?
Ogni paese, in pratica, si è costruito una personale e propria modalità di festeggiamento.
Ad esempio, a Varese il ragazzo dona alla propria amata un cuore fatto di pasta frolla, a Cantù viene ad essere bruciata una castellana traditrice, a Canzo si svolge addirittura un processo per stregoneria, mentre a Busto Arsizio si provvede a bruciare tutto quello che è di brutto e che era stato portato dall’anno appena concluso.
Ma la tradizione più diffusa e più vecchia è la cena tra le donne, quando appunto le antenate si riunivano in quello che era l’ultimo giovedì del mese di gennaio per mangiare tutte assieme il risotto con la salsiccia. È quindi un piatto della tradizione altamente simbolico.
Infatti in riso era visto come un allegoria per un buon auspicio, significato che si ritrova ancora oggi, ad esempio, con il suo tradizionale lancio in occasione dei matrimoni, mentre il maiale rappresentava il simbolo della abbondanza. Una sorta ante litteram di festa della donna, un modo con il quale gli uomini esprimevano gratitudine nei confronti delle donne per tutto il loro duro lavoro.
Non per nulla, questa festa è risalente ai tempi nei quali alle donne era negata la possibilità di sedersi a tavola con gli uomini, e perciò mangiavano o accanto alla stufa oppure in piedi. In occasione della festa le donne, in pratica, manifestavano silenziosamente il desiderio di veder riconosciuta la loro parità. Ma questa festa era anche una occasione per andare a stringere relazioni sociali fra donne, proprio per il fatto che in quei tempi gli uomini sovente erano fuori casa per periodi lunghi per lavoro.
Cassoela
Tipica pietanza della cucina milanese la casoeûla è principalmente composta da verze e da svariate parti e tagli del maiale.
Si ipotizza che il suo nome possa derivare dalla parola cazza, ovvero tazza oppure casseruola, a simboleggiare il recipiente ove veniva cotta.
La casoeûla è una specialità molto antica. Si racconta che nel capoluogo lombardo la sua diffusione risalga al periodo della dominazione spagnola. Secondo una nota leggenda popolare a Milano la casoeûla sarebbe stata portata da un soldato spagnolo, il quale. essendosi innamoratosi perdutamente di una ragazza milanese al servizio come cuoca in una famiglia nobile, le insegnò come preparare questa pietanza che la giovane donna poi servì, ottenendo uno strepitoso successo.
La casoeûla, fondamentalmente, è un piatto povero, in quanto lo si allestisce con gli avanzi del maiale unitamente con le verze, un tipo di verdura che è assai facile da trovare nelle campagne della Lombardia.
Per l’allestimento della casoeûla i periodi dell’anno maggiormente idonei, come vuole la tradizione, sono proprio sul finire dell’autunno e l’inverno, i momenti tipici nei quali le verze ricevono nei campi i primi freddi.
La Rosticiada
Secondo a base di carne di maiale, la Rosticiada di classica origine lombarda, è tipico di tutto il territorio, è viene, di solito, accompagnata con la classica polenta ma anche con il purè.
Questa tipica ricetta lombarda è contesa fra il varesotto, la zona della Brianza in provincia di Lecco, e le provincie di Como.
Con il termine dialettale rustisciada è, quindi, inteso una specie di spezzatino a base di salsicce e maiale, per la preparazione del quale in alcune parti la salsiccia è lasciata a pezzi mentre in altre è totalmente sbriciolata. Abitualmente preparata durante i mesi più freddi, è un piatto comunque legato alla più nobile tradizione contadina, per la quale del maiale non si lascia proprio nulla.
Busecca
Nella tradizione gastronomica della Lombardia, e in special modo in quella del milanese, spesso si possono degustare piatti legati a storiche preparazioni di origini contadine. Ad esempio una delle maggiormente note preparazioni riguarda la trippa alla Milanese che viene anche denominata busecca.
In passato i milanesi ne dovevano essere particolarmente ghiotti, in considerazione del fatto che erano chiamati ironicamente busecconi. La busecca era una pietanza che seguiva la vita dei contadini nelle più importanti occasioni. Principalmente veniva consumata durante la notte del Santo Natale, quando, terminata la messa di mezzanotte, i contadini si radunavano nelle stalle, ma, era anche preparata in occasioni dei mercati del bestiame e delle fiere.
In merito alla preparazione della busecca, ovvero della trippa alla milanese, esistono molte varianti dovute fondamentalmente dal fatto che ciascuna famiglia come pure paese e città, possedeva una sua ricetta legata alle proprie tradizioni.