Pordenone
Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, ha una origine romana ed offre un centro storico di particolare valore. Il suo Duomo è una costruzione tardo gotica della seconda metà del secolo XV. Nel settecentesco Palazzo Badini vi alloggiarono i sovrani di Russia.
Nel Palazzo Comunale, eretto tra il 1291 e il 1365, oggi vi ha la sua sede la Pinacoteca civica. Invece, presso il Palazzo Pera, nel 1832, vi furono ospitati Francesco I d’Austria con la consorte, il figlio Carlo e la nuora. Di particolare interesse è poi il Castello dei Conti Ragogna e Villa Ottoboni, dimora cinquecentesca della famiglia dalla quale uscì il pontefice Alessandro VIII.
Da non perdere la tradizionale passeggiata lungo il centralissimo Corso Vittorio Emanuele II, ove sarà possibile ammirare numerosi palazzi porticati con richiami all’arte gotica e rinascimentale, ulteriormente impreziositi da affreschi. Il tutto è un mirabile esempio architettonico di porticato veneto.
Sacile
La fondazione di Sacile è legata alla leggenda del troiano Antenore. Fu citata per la prima volta nel VI secolo, durante l’invasione ad opera dei Longobardi. L’imperatore Enrico IV nel 1077 la assegnò al patriarcato di Aquileia. Trovandosi ai confini del Friuli fu, tra i secoli XIII e XIV, contesa fra i Patriarchi ed i signori confinanti.
Il 16 aprile del 1808, attorno a Sacile, ci fu uno scontro fra l’esercito franco – italiano, guidato da Eugenio di Beauharnais vicerè del Regno di Italia, e quello austriaco guidato dall’Arciduca Giovanni d’Asburgo. Nel novembre del 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, vi furono altri scontri, quando l’esercito italiano dovette ritirarsi e nell’ottobre del 1918 quando italiani e inglesi obbligarono gli austriaci a ritirarsi.
Sacile offre un patrimonio storico, artistico e culturale di particolare pregio, come, ad esempio, il suo Duomo che fu eretto nel XV secolo sul luogo di una primitiva costruzione risalente al IX secolo. Altre importanti testimonianze del suo valoroso passato sono il Palazzo Carli, il Palazzo Flangini, che ospitò Federico III, Carlo V, Enrico III e papa Pio VI.